giovedì 6 ottobre 2011

Zlt

Son passate 2 settimane e si può provare a fare in piccolo bilancio della ZLT a Napoli.
Per me che abito nelle immediate vicinanze della Zlt e che uso la bici per i miei spostamenti, è semplicemente fantastica:
Per alcuni commercianti è la morte della loro attività. Per alcuni residenti è dannosa alla salute perché incrementa traffico e smog nei vicoli attorno alle arterie chiuse al traffico.
Ma la Zlt è sorvegliata? Sempre?
Fino ad ora non lì ho mai colti in fallo. Ho trovato vigili a presidiare piazza Dante a tutte le ore che sono passato (dalle 7 alle 23). Spero che continui così.


venerdì 5 agosto 2011

Ritorno al Vesuvio dopo 20 anni






Ci siamo, ho pianificato il ritorno al Vesuvio oramai da un paio di settimane. Mi sento pronto, i chilometri nelle gambe li ho (faccio non meno di 3000Km al mese) e la moglie e figlio sono dalla suocera. Posso partire, ho bisogno di tre ore dopo il lavoro. Mi studio su Google map la strada dal Porto del Granatello di Portici (quota 50mt) al
parcheggio in cima al Vesuvio 950mt.
14 Km per scalare 900mt, niente male.
Google Earth ha una simpatica opzione che ti permette di calcolare pendenza media e puntuale per tutto il percorso. La scalata la si può dividere in tre parti:
  • 5.7km per arrivare a via del vesuvio crocevia per Torre del greco e Er
    colano;
  • 4 km per l'osservatorio vesuviano;
  • ultimi 4 Km per arrivare in cima.
per arrivare a via del vesuvio scelgo di passare per via Palmieri ad Ercolano. Ricordatevi questo nome "via Palmieri"! Una pazzia per un ciclista, una strada con dei muri d'asfalto impressionanti e del tutto inattesi.

Uno dei Muri di via Palmieri

Pensi che questo prima tratto sia da riscaldamento alla scalata e ti trovi ad affrontare l'impossibile. Non c'è niente di peggio in bici che dosare male gli sforzi perché si sottovalutano le salite.
Risultato: mi fermo per riprendere fiato con il cuore in gola a metà di un muro a 500mt dalla tanto agognata via del vesuvio. Mentre affanno, sputo ed impreco mi accorgo di essere osservato (guarda ma non guardare) da un vecchietto che innaffia le sue piantine dietro un cancello di una villetta. Riprendo a salire il muro ziz-zagando con il rapporto più agile e pensando che quasi quasi se scendo dalla bici e la spingo faccio prima.
Una parentesi per sottolineare che la mia bici purtroppo mostra tutti i suoli limiti in queste occasioni: i suoi 20 chili diventano una zavorra insopportabile e i suoi mega-ammortizzatori, tanto utili per andare al lavoro, ora "ammortizzano" le pedalate in salita rendendole meno efficaci. Il sellino largo e super-imbottito diventa ingombrante e fastidioso. Ma tant'è e chissenefrega, l'importante e pedalare e arrivare.
Finalmente su via del vesuvio che poi diventa via dell'osservatorio, incomincio ad ammirare il paesaggio, e le sculture in pietra poste sulla strada dal progetto CREATORVESEVO. Dopo la sfacchinata di via Palmieri, la salita al vesuvio è quasi comoda, le pendenze sopportabili.
da google streetview: un esempio delle sculture in pietra che si incontrano salendo verso il vesuvio

Prima del l'Osservatorio mi sorpassa un ciclista su bici da corsa che si complimenta con me osservando che nonostante l'attrezzatura poco adatta, affronto la salita con un passo non troppo distante dal suo. Riesco a stargli dietro per un chilometrino poi mi rimetto sul mio ritmo per evitare di sovraffaticarmi di nuovo. Si sale con un passo di 9km/h. Poco dopo raggiungo un ciclista su MountainBike (pieghevole!), è un rappresentante di Novara e sta affrontando il Vesuvio per la prima volta. L'idea della bici pieghevole è buona, ti permette di poterti portare la bici agevolmente in macchina e in treno senza rinunciare alla qualità della bici.
Superati i 3 km dall'arrivo, incomincio a sentire l'acido lattico nelle gambe e i primi avvertimenti di crampi, decido quindi di abbandonare Paolo il rappresentante e di rimettermi di nuovo al mio ritmo, riscaldando i muscoli abbastanza da scongiurare crampi. In effetti avrei dovuto reintegrare un po di sostanze perse con il sudore e fino ad ora avevo bevuto solo 1/2 litro d'acqua. Man mano che mi avvicino alla meta aumentano Le scritte sull'asfalto. Sono una bella compagnia, a parte dirti quanti Km mancano, ti segnalano eventuali strappi, i rapporti più adatti ma soprattutto ti incitano e sfottono. La scritta del tipo "53" il tuo incubo (riferito al rapporto posteriore che si è costretti ad usare), oppure "mi vuoi sposare?" ( riferito alla perdita di lucidità per la fatica) sono solo gli esempi che mi son rimasti in mente.
Alla Fine Eccomi di nuovo in cima (o quasi, l'ultimo pezzo è accessibile solo dalle 9 alle 17, e si paga il biglietto). EVVIVA :-)

domenica 21 novembre 2010

preghierina

'o Miracolo!
E' Domenica, si va in chiesa, si colloquia con l'aldilà. San Gennaro, mettici 'na mano tu, manda a casa sta classe politica oramai vecchia e incollata alla poltrona e dai la possibilità a giovani volenterosi di cambiare le cose a Napoli.
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venerdì 12 novembre 2010

la foto: cattura l'anima dei luoghi, delle persone

Spero che questo sia il primo di una lunga serie di post fotografici su Napoli, i suoi umori, la sua sciatteria, il suo fascino.
Inizio con una foto scattata nel lontano 2000 durante il primo dei miei giretti turistici per Napoli guidato dal caro amico Salvatore. In foto c'è il parcheggiatore (abusivo?) storico del Primo policlinico. Se ci passate oggi lo trovate nella stessa identica posa...

giovedì 5 agosto 2010

in Bici per le strade di napoli

Lo so, la domanda a cui rispondere è questa: perchè andare in bici per le strade di napoli? Se poi vuoi utilizzare la bici come mezzo di trasporto per andare al lavoro ogni giorno, le persone ti guardano con uno sguardo tra lo sbalordito-ammirato e il "questo si è bevuto il cervello".
Io la bici a napoli la uso da quando andavo al liceo (oggi ho superato la quarantina), e non sono mai riuscito a togliermi il "vizio".
Le strade fanno schifo, al gente è indisciplinata e lo smog ti avvelena....
Allora qual'è il divertimento?
Bhe, è divertente andare in bici... tutto qui. La bici è un mezzo semplicemente geniale. E' il mezzo di trasporto senza motore più veloce sulla faccia della terra.
Da piccolino ricordo che cercavo con la bici di imitare i motorini mettendo una molletta con un cartoncino tra i raggi che faceva una scorreggia simile a quella del motore dei motorini. Oggi mi accorgo che nel traffico mi comporto peggio dei motorini che mi sfrecciano davanti. Il gusto sta nel poter stare nel traffico ad armi pari con auto, bus e motorini, anzi essere molto più "penetrante di loro". Con una bici puoi viaggiare in strada a 30Km/h ma anche a passo d'uomo, puoi attraversare percorsi pedonali (senza rompere le palle ai pedoni) e zone a traffico limitato.
Andiamo più nel dettaglio: per andare al lavoro faccio un pò più di 10Km con un dislivello di circa 60mt che sono a favore all'andata. Impiego 33min all'andata e 36min al ritorno. La cosa simpatica è che la bici è maledettamente precisa, infatti è difficile trovare impedimenti che ti facciano aumentare i tempi ed è altrettanto difficile diminuire i tempi.
Sono più veloce della navetta dell'azienda, impiego lo stesso tempo che impiego con l'auto (senza traffico e prendendo l'autostrada), ci metto la metà del tempo dei mezzi pubblici.
La strada è veramente una chiavica e per affrontarla mi sono munito di una bici super ammortizzata con sella in gel e ruote enormi . Il costo è ragionevole: 300€ più un centinaio di euro di accessori (casco, calzoncini, maglietta, occhiali, portapacchi, camera d'aria di riserva, piccoli arnesi e borsello). Ho iniziato a giugno 2009, a settembre 2009 mi son rotto un gomito per una caduta stupida (l'unica!!), nel 2010 ho stimato di aver percorso circa 1500Km (per difetto). Ben poca cosa, ma ci sono effetti positivi che non avevo messo in conto: la pancetta da quarantenne è ora ccettabile; se devo fare una corsa per prendere un treno non vado in affanno; se ragionevolmente penso di risparmiare andando in bici circa 1€ ogni 10Km allora in 3-quattro anni mi son ripagato la bici; l'allergia ai pollini da quando vado in bici è sotto controllo.
Per concludere, e nonostante tutto, in bici per le strade di Napoli io ci vado e mi diverto pure!
P.S. non sono l'unico ;-)

lunedì 7 giugno 2010

Arsenico nell'acqua di napoli


Ci risiamo, ti fanno la capa tanta che bisogna bere l'acqua del rubinetto, che l'acqua è un bene prezioso e va amministrato enti pubblici, bla bla bla e poi senti notizie inquietanti sull'acqua del rubinetto, notizie cicliche, corsi e ricorsi.
La mi amica annalisa mi mette la pulce nell'orecchio: non bere l'acqua del rubinetto è inquinata da arsenico!! Io penso: la solita leggenda metropolitana, messa in giro chissà da chi giusto per il gusto di dire "Napoli la città dove c'è l'acqua più inquinata". Faccio però uno sforzo, supero la mia pigrizia e metto su google "acqua napoli arsenico" ed ecco che esce la notizia. In poche parole, Gli americani hanno pubblicato un rapporto in cui affermano che l'acqua di Napoli sarebbe meglio non berla...
La cosa però mi puzza, le fonti sono tutt'altro che attendibili, non c'è documentazione in rete che avvalori le poche righe scritte in qualche blog. Invece ho trovato molto più interessante un blog delle scienze in cui si sostiene la bontà dell'acqua dell'acquedotto rispetto a quella imbottigliata.
Insomma perchè è più comodo pensare che l'acqua del rubinetto fa schifo ed è meglio quella in bottiglia? Mi torna in mente l'esperimento sull'effetto placebo (scusate ma non ricordo la fonte) in cui si dimostrava che le persone si convincevano della bontà di un medicinale proporzionalmente al prezzo di questo. Un giorno (non molto lontano) quando l'acqua sarà privatizzata e costerà più di quella in bottiglia allora potremo finalmente tornare a bere l'acqua del rubinetto.

domenica 6 giugno 2010

la diversità ci può salvare

La città ha il vantaggio di essere meno aggressiva rispetto ad un piccolo paese nei confronti dei "diversi". Napoli non è da meno. Oggi a p.zza carità l'arcigay ha messo su una simpatica iniziativa: ti proponevano di sederti a parlare con un rappresentante di una categoria di diversi a tua scelta. C'erano disponibili rappresentanti degli omosessuali, dei travestiti e di molte altre categorie tra cui i "vegetariani incompresi". La cosa mi ha fatto sorridere poiché non avevo preso coscienza fino ad ora di essere anche io un "diverso". Il diverso è colui che non è conforme al modo consolidato del vivere quotidiano. Il diverso quotidianamente deve difendersi dal conformismo mettersi in discussione per non scadere in integralista o nevrotico o peggio ancora in snobbista presuntuoso. Il diverso è colui che può salvarti perché quando ti sembra di non aver via d'uscita lui ti può guidare per una strada preclusa dal tuo conformismo. Solo a napoli si vedono certe cose?